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Buongiorno, sono Elena e vivo in affitto con regolare contratto: ho preso possesso dell'abitazione il primo novembre 2013 sulla fiducia, nel senso che, poiché l'immobile era sprovvisto di impianto termico a norma e carente di manutenzione ordinaria, nell'atto era specificato che entro il 15 dello stesso mese il proprietario avrebbe posto ripario con nuovo impianto a metano. A novembre di quest'anno e dopo numerosi solleciti telefonici (il locatore risiede all'estero) ho interrotto i pagamenti. Lo so: non si fa. Specifico che l'impianto esistente è alimentato da pericolosissime bombole a gas e, poiché lo scaldino è inutilizzabile, lo stesso serve anche il circuito idrico. Segnalo che due settimane fa ho ricevuto lettera legale di invito a saldare il conto aperto e a quella ho risposto tramite avvocato segnalando tutte le omissioni. Ora mi chiedo:"Come si comportano generalmente i giudici?", sempre che si arrivi in giudizio. Ringrazio per l'attenzione ed ogni eventuale risposta.
Il primo inadempiente qui è il locatore, non avrebbe dovuto (nè potuto) affittare un'immobile se non con tutti gli impianti a norma e certificati, inoltre ha specificato nel contratto (chè è un documento con valore legale) che avrebbe provveduto entro una certa data ed è venuto meno ai suoi impegni; ciò nonostante non è consentito interrompere il versamento delle mensilità d'affitto; così facendo lei si è messa a sua volta in una posizione "scomoda".
Lei, comunque sia, ha il diritto di vivere in un'alloggio abitabile e quello a lei locato non lo è affatto, inoltre la sua stessa incolumità è in pericolo. Ha fatto bene a rivolgersi ad un legale per chiarire quanto suesposto. Il giudice dovrebbe, in linea generale, imporre al locatore l'immediata messa a norma degli impianti. Le consiglio di riprendere i pagamenti (anche per ribadire la correttezza della sua posizione e la liceità delle sue richieste) e di andare eventualmente sino a giudizio. Contrariamente dovrebbe dare disdetta contro l'inadempienza contrattuale del locatore.